Cia Romagna c’è per l’agricoltura di oggi e di domani
Territori, copertura del rischio, credito, colture e metodi di coltivazione possibili i temi affrontati e da affrontare
Rifarebbero tutti la firma. A un anno dalla nascita di Cia Romagna, sorta dalla fusione fra le Cia delle province di Forlì-Cesena, di Ravenna e di Rimini il 14 dicembre 2017, le valutazioni del presidente Danilo Misirocchi e dei vicepresidenti Lorenzo Falcioni e Guglielmo Mazzoni: «Si è trattato di un anno molto impegnativo, ma la scelta è giusta. Eravamo come pesche di varietà diverse: sapevamo che non sarebbe stato semplice amalgamare tre realtà. L’ibridazione ha dato buoni frutti e la struttura ha risposto in maniera positiva».
Un passo importantissimo sul territorio per Cia nella sua nuova e più grande dimensione “romagnola”. «Un obiettivo era diventare più grandi per contare di più – afferma il vicepresidente Falcioni – Stiamo già toccando con mano la positività del percorso: abbiamo concluso 12 incontri sul territorio romagnolo che ci hanno fatto dialogare e confrontare con un migliaio di agricoltori: non è stato facile e non era scontata quest’ampia e bella partecipazione avvenuta in un clima collaborativo. La Cia incontra gli associati è un appuntamento che rifaremo ogni anno per rendicontare ai soci il lavoro politico e approfondire i temi più tecnici di attualità. Uno degli impegni assunti all’atto costitutivo di Cia Romagna è stato proprio quello della presenza capillare nei territori: ciò si è verificato con diverse iniziative pubbliche e incontri con gli associati durante tutto l’anno in diverse zone della Romagna».
Il vicepresidente Mazzoni sottolinea le tante energie impiegate per portare a regime la macchina, compresa la fusione delle tre società di servizi diventate Cia Romagna Servizi. «Ci concentreremo nell’organizzazione di servizi legati sempre più alle nuove forme di agricolture possibili accanto a quelle tradizionali. Dobbiamo lavorare sui prezzi all’origine pur nella consapevolezza che nella globalizzazione sarà complicato agganciare spazi di manovra, ma su questo tema ci dobbiamo essere. Abbiamo spalle più robuste e dobbiamo attrezzarci anche per indicare agli agricoltori, analizzando l’oggi, quali scenari e prospettive siano possibili. Cia Romagna c’è per l’agricoltura di oggi e di domani».
Oltre al consolidamento della macchina organizzativa e all’ordinaria attività istituzionale, Cia Romagna nel 2018 si è impegnata soprattutto su questi versanti: copertura del rischio, credito; agricoltura di collina e montagna; sviluppo futuro dell’agricoltura romagnola, a livello di colture e di metodi di coltivazione, anche a fronte dell’estremizzazione climatica. «Dal punto di vista politico siamo riusciti ad essere più efficaci ed incisivi – sottolinea il presidente Danilo Misirocchi – Su queste tematiche, monitorate quotidianamente, sono stati realizzati anche momenti pubblici di confronto e approfondimento che hanno dato forza alle nostre proposte e azioni politiche». Sempre numerosa la partecipazione dei soci, dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico che ruota attorno all’agricoltura: dal Primo Maggio a Santarcangelo fino a Novafeltria, dov’erano presenti le assessore regionali Simona Caselli e Paola Gazzolo e i presidenti Cia regionale e nazionale Cristiano Fini e Secondo Scanavino insieme a circa 200 fra soci e ospiti vari; dalla Biennale di Lugo fino alla presentazione della prima Annata agraria della Romagna, dopo 31 edizioni ravennati, in novembre a Forlì. «Temi ed eventi ampiamenti ripresi dalla stampa locale e da quella di settore a livello nazionale – riporta Misirocchi – Ci ha fatto piacere vedere che, sull’Annata agraria ad esempio, sono usciti alcuni articoli anche nelle edizioni spagnola e francese di riviste specializzate».
Le sfide del 2019? Il proseguimento del consolidamento della struttura, l’ulteriore qualificazione e l’implementazione dei servizi alle imprese e alle persone, l’attività politico-istituzionale rappresentano il terreno sul quale sarà impegnata Cia Romagna. Accanto ai temi già messi in evidenza, dal punto di vista politico se ne affiancano almeno altri due: la Pac e la semplificazione della burocrazia, che aumenta: «tutto questo lavoro lo faremo con una macchina organizzativa più strutturata e saranno sempre più evidenti i benefici di questa fusione», conclude il presidente Misirocchi.