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COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Inaugurato il nuovo tratto del Canale emiliano-romagnolo

3/10/2017 – Il Canale emiliano romagnolo (Cer) porta direttamente per la prima volta l’acqua del Po nel Riminese grazie alla realizzazione in  tempi record – due anni – di un nuovo tratto di circa 1,9 chilometri, ultimato recentemente, in grado di garantire un costante approvvigionamento idrico a fini irrigui per circa 800 ettari di campi intensamente coltivati, con cospicui benefici sia di ordine economico per i produttori agricoli, sia di carattere ambientale.

L’opera idraulica, che ha un valore  strategico per l’intero comparto agroalimentare locale e che consiste nel prolugamento dell’asta del Cer da valle del torrente Uso a valle dello scolo Rio Pircio, nel territorio del Comune di Bellaria Igea Marina (Rn), è stata ufficialmente inaugurata oggi pomeriggio dal ministro dell’Ambiente, Paolo Galletti, nell’ambito di un’iniziatvia alla quale hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agrlcoltura, Simona Caselli, il presidente del Cer, Massimiliano Pederzoli, il presidente dell’Associazione nazionale bonifiche (Anbi), Francesco Vincenzi.  Erano presenti all’incontro anche il presidente di Cia Rimini Lorenzo Falcioni (membro della deputazione amministrativa del Cer), il presidente della Provincia di Rimini, Andrea Gnassi, e il sindaco di Bellaria, Enzo Ceccarelli. “Il Cer è un’opera idraulica fondamentale per i fabbisogni della nostra agricoltura – osserva Falcioni -. Auspichiamo ora che il progetto arrivi a completamento con la realizzazione del tratto fino a Cattolica”.

La caratteristiche dell’opera

Il prolungamento del Cer, che ha una portata massima di  circa sei metri cubi al secondo, del tutto adeguata – secondo i calcoli dei tecnici – a soddisfare il fabbisogno idrico per usi agricoli e industriali della zona interessata, va prevalentemente a servire il territorio del Comune di Bellaria e, marginalmente, quelli di Santarcangelo e Rimini. Un’area caratterizzata dalla presenza di una fitta rete di aziende agricole di piccole dimensioni a conduzione famigliare dedite specialmente alla coltivazione di orticole da consumo fresco (lattughe e altre specie a foglia) e per l’industria (fagiolini), su almeno tre cicli annuali, di alto valore aggiunto, ma molto idroesigenti. Di qui l’importanza della certezza di disponibilità di una risorsa idrica di buona qualità.  

I benefici economici e ambientali 

L’incremento di Produzione lorda vendibile (Plv) derivante dall’aumento delle rese e della qualità delle produzioni agricole ottenute nell’area grazie ad una fonte di  approvvigionamento idrico  certa e costante è stato stimato dai tecnici del Cer in circa quattro milioni di euro complessivi lordi all’anno, che si riducono a 2,2 milioni al netto dei costi. A tutto ciò vanno poi aggiunti gli innegabili benefici di carattere ambientale dovuti alla riduzione del prelievo di acqua di falda, all’origine del preoccupante fenomeno della subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo, che in alcuni trati della costa raggiunge la velocità di circa due  centimetri all’anno, con effetti negativi in termini di maggiore erosione degli arenili, disconessionie e rotture delle reti fognarie e acquedottistiche, allagamenti delle aree abitate in caso di maltempo, ecc.. 

La distribuzione dell’acqua potrà essere effettuata “a gravità”, sfruttando la rete dei canali di scolo situati a valle del nuovo tratto verso il mare, come già avviene in gran parte dei 133 chilometri di lunghezza dell’infrastruttura irrigua che, partendo da Sant’Agostino (Fe) attraversa le province di Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e ora per la prima volta si prolunga nel Riminese. Il territorio interessato dal Cer ha una superficie di 336mila ettari, di cui 227mila di campi coltivati. Di questi, 158mila sono attualmente irrigabili con opere di distribuzione canalizzate.

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