PIACENZA

“Ronco delle Rose”, il vigneto ecologico della Valnure

DavideSacchi

Giuseppe Romagnoli

Carmiano di Vigolzone (Piacenza) – Si chiama “Ronco delle Rose” l’azienda vitivinicola di Davide Sacchi, ubicata nel suggestivo borgo di Casa Gatti di Carmiano di Vigolzone (PC). 12 ettari di vitigni Doc dei colli piacentini ai quali, considerato il rasserenante paesaggio collinare della Val Nure, è stato annesso un vasto agriturismo inaugurato nel 2002 ricavato da un’antica stalla sapientemente ristrutturata.

Un agriturismo che ha ricevuto il premio “Pietro Fumi” dalla Provincia di Piacenza e di Slow Food Piacenza, 1° classificato per la migliore carta dei vini cui vengono naturalmente abbinati i salumi Dop piacentini (coppa, salame e pancetta) ed i piatti della tradizione piacentina. È possibile anche il pernottamento ed è una meta molto “gettonata” considerata la vicinanza con il borgo di Grazzano Visconti.

Abbiamo detto “è”, ma sarebbe più corretto utilizzare l’imperfetto “era”, perché quasi due anni di pandemia hanno costretto la struttura alla temporanea chiusura, in attesa di tempi migliori, anche se l’attività agricola non è mai stata forzata a soste e nemmeno il mercato dei vini ne ha risentito, grazie soprattutto ai clienti che sono per la maggioranza privati, e quindi non trattorie o ristoranti.

Numerosi anche quelli di province limitrofe, ma non mancano francesi e tedeschi che, quando arrivano al “Ronco delle Rose”, soggiornano nell’agriturismo. Anche con loro si ripartirà.
Diversi di questi ospiti, per lo più imprenditori del comparto agro-alimentare, Davide li ha conosciuti ad eventi internazionali come il Sial di Parigi, a Colonia o al Sana di Bologna dove vi ha partecipato insieme a pochi altri giovani imprenditori selezionati da Ismea – l’Istituto di servizi per il Mercato agricolo alimentare insieme al Ministero delle Politiche agricole, per specifici programmi di “Promozione dell’imprenditorialità giovanile in agricoltura” con partecipazioni a eventi, fiere, workshop e corsi formativi.

In occasione di un talkshow nell’ambito del Salone Internazionale del Biologico e del naturale al Sana, i giovani imprenditori agricoli del biologico hanno usufruito di un’area dedicata nello stand istituzionale del Mipaaf, grazie alla vittoria del bando indetto dallo stesso Ministero per la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali del 2016.

Alla viticoltura biologica, Davide Sacchi, perito agrario, si è dedicato fin dal suo ingresso in azienda, a fianco del padre, e ne ha attuato la riconversione, favorito anche dalla naturalità della zona in cui sono ubicati i vigneti, ottenendo già vent’anni fa (ora Davide di anni ne ha 42) la certificazione bio per Barbera, Bonarda, Pinot nero, Cabernet sauvignon e Fortana, un’uva quasi scomparsa e che in pochi vinificano nel piacentino. Ne deriva un vino fresco, beverino, un “novello” da gustarsi fresco in estate. Ci sono poi i bianchi, ovvero, Ortrugo, Malvasia e Trebbiano.

Il vino prodotto è imbottigliato direttamente in azienda tramite una moderna linea automatica, la cantina dispone delle più moderne attrezzature ma, se per i bianchi si utilizzano serbatoi in acciaio inox, per i rossi vige la regola dell’affinamento in botte.

Davide da anni conduce l’azienda da solo, con il supporto di qualche aiuto solo per la vendemmia, utilizzando scrupolosamente le metodiche biologiche, ovvero, la mancanza di lavorazione del terreno, con filari alternati, il non utilizzo di prodotti di sintesi per la lotta antiparassitaria, e solo rame e zolfo ventilato, mentre per l’oidio esiste in commercio un prodotto a base di fiori d’arancio, l’uso di bicarbonato di potassio come antifungino è ancora da verificare.

Il mercato, come già sottolineato, anche durante la pandemia, si è mantenuto tonico, del resto oggi, i costi per la produzione biologica, rispetto a quelli del convenzionale, sono quasi gli stessi. La voce più onerosa è la certificazione, sia in vigneto, sia in cantina, un onere del resto indispensabile a garanzia dei consumatori che si affidano con fiducia ai prodotti bio.

Trattandosi di un giovane viticoltore, anche se già con tanti anni di esperienza avendo iniziato l’attività al termine degli studi tecnici, ci sono, naturalmente, progetti ancora da attuare. Il primo è di una ripartenza in grande stile per l’agriturismo, ed i segnali cominciano ad arrivare ma, fondamentale per il futuro, sarà anche un ampliamento della cantina e questo comporta investimenti che, però, devono essere adeguatamente supportati dal mercato stesso.

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