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Pac, l’agricoltura non è negoziabile

Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

Viviamo un momento di profonda delusione e ci stiamo preparando a un’imminente e decisa mobilitazione in Europa. Questo è il clima che si sta respirando in Emilia Romagna dopo aver ascoltato la risposta del Parlamento Ue sul Quadro Finanziario Pluriennale (2028-2034) e il futuro della Politica Agricola Comune (Pac). Abbiamo criticato aspramente i “correttivi inconsistenti” proposti, perché per noi il ruolo dell’agricoltura è “non negoziabile”. Non staremo fermi: abbiamo annunciato una manifestazione a Bruxelles il prossimo 18 dicembre, in concomitanza con il Consiglio Ue, per sollecitare un deciso e non più rinviabile cambio di rotta.

Al centro della nostra protesta c’è il netto rifiuto della visione che, a nostro parere, mette in competizione settori tutti strategici attraverso il cosiddetto “Fondo Unico”. Chiediamo con forza lo stralcio immediato di questo Fondo e un aumento delle risorse specificamente dedicate all’agricoltura. Abbiamo bisogno di “investimenti certi e mirati, non di compromessi”.

In particolare, abbiamo respinto la proposta di obbligare gli Stati membri a destinare solo il 10% delle risorse dei piani nazionali a un target rurale. La riteniamo una misura inefficace che non pone l’agricoltura al centro degli interventi. Inoltre, abbiamo puntato il dito contro il “Piano nazionale unico” per l’attuazione dei fondi, che percepiamo come un “monolite” che genera solo eccessiva complessità amministrativa e, di conseguenza, incertezza di reddito per i nostri agricoltori. Lo ribadiamo: difendere la Pac è una “responsabilità di tutti”, a garanzia della sicurezza alimentare e della tutela delle nostre aree rurali.

Non c’è solo la Pac. Abbiamo accolto con soddisfazione l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea la decisione sulla liceità della produzione e vendita delle infiorescenze di canapa (varietà certificate con bassi livelli di Thc, la sostanza psicoattiva ndr). Confidiamo nel pronunciamento della Corte per ottenere finalmente un quadro normativo chiaro e uniforme per un settore che in Italia vede impegnate circa 3.000 aziende, numerose pure in Emilia Romagna.

Sul fronte economico, il nostro Ufficio Studi ha lanciato anche un forte allarme sull’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti. I dati Istat di settembre mostrano un preoccupante calo dell’11%, confermando per il quarto mese consecutivo il rallentamento causato dai dazi Usa. Nei primi nove mesi del 2025, l’export complessivo è sceso a -1,2%. Consideriamo questi numeri come una “sirena” che richiede urgentemente “misure tempestive e negoziati chiari” per difendere la nostra presenza sul cruciale mercato americano.

Siamo a fine d’anno: auguro a tutti buone feste. 

Fondo Unico, manifestazione, Pac, Stefano Francia

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