Resta attivo fino a martedì 2 aprile lo ‘stato di attenzione’ per incendi boschivi in tutta l’Emilia-Romagna. La decisione è stata presa dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile dopo un incontro tecnico, in Regione, tra rappresentanti dell’Agenzia stessa, della Direzione regionale dei Vigili del Fuoco, del Comando Regione Carabinieri Forestale e di Arpae ER.
La lotta delle donne può cambiare il mondo, ma serve uno sforzo di tutta la società per risolvere i problemi di disparità di genere ancora persistenti e più che mai attuali. Donne in Campo e ANP (Associazione Nazionale Pensionati) di Ferrara hanno organizzato, lo scorso 15 marzo, l’incontro “Parità di genere: una conquista di civiltà”, una riflessione su violenza e diseguaglianze persistenti nella nostra società.
Occorre intervenire con urgenza per risolvere un problema che si ripresenta dopo periodi particolarmente siccitosi, che fanno diminuire drasticamente il livello di acqua dolce e consentono a quella di mare di risalire il Delta e danneggiare terreni e colture.
I millimetri di pioggia caduti in questi giorni, dopo i lunghi mesi caratterizzati da una scarsità di precipitazione allarmante, non risolvono i problemi della scarsità di acqua dolce per l’irrigazione e dell’aumento della salinità dei terreni, provocata dal risalire dell’acqua di mare lungo il Delta del Po, quando la portata è troppo bassa.
FERRARA, 7 marzo 2019 – Cia – Agricoltori Italiani Ferrara condivide le preoccupazioni del comitato “NO FANGHI” Portomaggiore-Argenta, che sta portando avanti una battaglia per impedire la realizzazione di un impianto per la produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione, in località Portoverrara di Portomaggiore. Nelle ultime settimane l’associazione ha valutato attentamente il progetto e ha deciso di chiedere che l’iter sia fermato, appellandosi a un principio di precauzione già invocato nei mesi scorsi.
In Emilia Romagna le imprese agricole femminili sono 12.400, Ferrara prima in Regione per le aziende “rosa”, il 20% delle quali sono impegnate nel settore agricolo. Cia celebra la Giornata Internazionale della donna con un evento regionale a Gattatico (Reggio Emilia)
FERRARA – 7 marzo – Donne imprenditrici, che conducono con successo un’azienda agroalimentare, un settore che fino a qualche anno fa era decisamente “dominato” dalla componente maschile. Secondo i dati di Unioncamere in Emilia-Romagna le aziende “rosa” sono quasi 12.400, su un totale italiano di 214.857, e le donne sono a capo di più di un agriturismo su tre (il 36,2%) con 8.500 strutture turistiche in campagna, mentre le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro complessiva. E Ferrara si difende decisamente bene, perché è prima in Regione per aziende femminili, oltre 7.300 in tutti i settori, il 20% delle quali sono del settore agricolo (dati 2018 Camera di Commercio di Ferrara).
FERRARA – Una tassazione ingiusta, che non tiene conto di un sistema idrogeologico fragile e precario. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara chiede alla politica di intervenire per togliere l’Imu sui manufatti idraulici del territorio, pagati dai Consorzi di Bonifica. Un problema che dura da parecchi anni – iniziato nel 1993 quando la tassa si chiamava ancora Ici, poi divenuta Imu nel 2011 – e continua a rappresentare un’anomalia, perché questi manufatti sono classificate come “opifici”, vere e proprie attività produttive, non come strutture che hanno un’importante utilità pubblica: quella di mantenere in sicurezza il territorio e le persone.
Pensioni minime che, secondo i calcoli del patronato Inac dell’associazione, saranno inferiori alla pensione di cittadinanza corrisposta a chi non ha mai versato contributi
Quarant’anni di lavoro in campagna, settanta di età, contributi versati regolarmente all’INPS e una pensione che si aggira mediamente intorno ai 507 euro mensili. Questa la carta identità del pensionato agricolo italiano, che vive con una cifra inferiore di 143 euro rispetto ai 650 stabiliti come “soglia minima” dalla Carta sociale europea. E che lo rende, appunto, uno dei più poveri d’Europa.
“Non piove in maniera consistente da diversi mesi, il livello del fiume Po è ampiamente sotto lo zero idrometrico e manca la neve sul nostro Appennino. In poche parole siamo in una situazione di grave siccità, perché è in inverno che, come sappiamo, si fa scorta e si riempiono le falde. Si raccoglie, insomma, per il periodo successivo che richiederà una grande capacità irrigua. La siccità ormai non è più un’emergenza, ma uno “stato di calamità” permanente per le aziende agricole” – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara.